Comunicato stampa.
“Noi non catturiamo neutrini, ma ioni sì!” dicono i giovani dell’Associazione “Giovani per la Scienza” che al Campus universitario di Savona hanno sperimentato la loro nuova invenzione per catturare gli ioni prodotti dai raggi cosmici nell’impatto con l’atmosfera.
È da un po’ che i giovani dell’associazione mettono le loro teste e il loro impegno alla costruzione di questo strumento. Si tratta principalmente di un tubo d’acciaio che funge da camino, un ago e una rete, messi opportunamente insieme, così che ioni ed elettroni finiscano in trappola e vengano rilevati, permettendo di misurare la radioattività del luogo.
Il Dott. Giovanni Ghiso, direttore di Fisica sanitaria dell’ASL 2, il 22 dicembre si è recato al Campus nel laboratorio dei GpS e ha sperimentato con loro il nuovo strumento, che con grande soddisfazione di tutti ha funzionato.
Una giovane dell’Associazione lo ha intervistato:
Cosa ne pensa, Dott. Ghiso, di quello che abbiamo fatto ?
Il vostro è risultato un ottimo lavoro. Ma il semplice fatto che vi chiediate il perché avvenga un qualche fenomeno e quindi vi poniate delle curiosità è molto importante.
Cosa ne pensa dell’Associazione Giovani per la Scienza ?
Grazie ai miei figli riesco a conoscere “l’ambiente” dei giovani. Siete costantemente bombardati da falsi segnali ed è confortante per noi con i capelli bianchi che nonostante ciò una parte del vostro cervello si appassioni a questo tipo di cose e questo ci dà una speranza per il futuro.
Che consigli potrebbe darci per la nostra Associazione?
Mio consiglio è di continuare così. Quello che state facendo è molto bello e se continuerete su questa strada, migliorandovi, riuscirete a cogliere risultati sempre più importanti.
Com’è possibile entrare a lavorare in questo campo ?
Riguardo alla radioterapia e alla medicina nucleare bisogna avere una laurea in medicina e chirurgia con una specializzazione per l’appunto in questi due ambiti. Per quanto riguarda il mio lavoro io non sono un medico, sono un fisico e all’interno dell’ospedale c’è un gruppo di fisica sanitaria che non dipende dai medici. Il capo di questo reparto è un fisico e qui bisogna avere una laurea in fisica con una specializzazione in ambito sanitario.
Per i Giovani per la Scienza è stato un modo di finire l’anno di grande soddisfazione.